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Cake day: May 10th, 2022

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  • Yes sure! For your first question, it depends on the source, for example a book or a paper usually is a note because i like to resume or quote interestings idea or discoverings from them. Blog posts and news rarely are notes but usually they’re put at the bottom of a note or link with title or one-two line description.

    Books, video essays and so on are located inside a directory of resources. I usually add these resource notes as additional sources at the bottom of the topic notes, and/or quote what I find interesting fron the source.

    Every note in my vault is tagged, this helps to find “hidden” connections between notes. As said before, not using systems like atomic/evergreen notes with strong atomization of content, full text search is essential for retrieving in my system. I use different vaults only if I need a strong separation between content, for example I have one for study/work, one for more intimate and general purpose stuff and one for preparing DnD campains.


  • Sorry for my english. Here’s what i usually do:

    • kanban as read-list and task tracking
    • introductive note to a topic with backlinks to other notes (subtopics)
    • a directory with all the subtopics notes, backlink to index note.

    I don’t like atomic notes or Zetelkastenn methods enough, but be sure to check these methods. If you’re more visual, then you may use the canva plugin.

    The best system is subjective, try different things and find what works for you.




  • I use both Obsidian and Anytype right now. I find Anytype better for things like journal, networking, notes on the fly, habit and idea tracking, reading list, literature notes and so on.

    I use obsidian as knowledge base for IT stuff and university notes. I also have a kanban because to keep track of what i learned and where to go next.

    I also have another vault that i use for D&D, since i’m usually the DM i use Obsidian to world building, design campaigns, keep track of new ideas or requests from my player and what other players do.

















  • La risposta è sempre dipende, poiché per tutte le soluzioni e le mitigazioni proposte è imprescindibile secondo me prima discutere di:

    • Qual’è il tuo Threat model (chi scrive qui assumo che sia: avere il più possibile controllo sui propri dati personali e non darli a big tech)
    • Il livello di alfabetizzazione digitale (nota alfabetizzazione digitale: non significa che devi saper installare Arch Linux)
    • Quanto tempo o denaro sei disposto a pagare per la tua privacy (si, dovrebbe essere un diritto è vero, ma ci stiamo lavorando)

    Un breve elenco dei problemi:

    1. Impatto ambientale: ogni volta che ho provato a cercare in letteratura scientifica non ho mai trovato un consensus sul fatto che l’IT sia green o meno, proprio perché quelle aziende non hanno alcun interesse a divulgare i propri dati. Le argomentazioni che ho trovato sono:

    Pro: Big Tech ottimizza il proprio hardware per consumare meno, sfrutta datacenter green, li raffredda anche utilizzando l’aria esterna bla bla Contro: Big Tech utilizzando algoritmi di Machine Learning che hanno consumo di corrente elevato e richiedono processori dedicati, fabbricati con materie prime prese facendo danni ambientali in paesi del terzo mondo. Fonte per approfondire: Atlas of AI di Kate Crawford

    Contro: Utilizzare i propri dispositivi piuttosto che i servizi cloud dovrebbe essere in qualche modo più ecologico. In generale è una argomentazione molto debole in quanto deve essere provata con dei dati che AFAIK non ci sono (se invece ci sono, sono felice di essere smentito).

    1. Impatto sulla sicurezza: fare attacchi mirati a Google o in generale ai driver online o offline al tuo computer è in entrambi i casi molto difficile, il secondo non conviene al criminale informatico non avrebbe alcun guadagno dall’avere solo i tuoi documenti (a meno che non sei CEO salcazzo o parlamentare o qualcosa del genere, ma quello è un altro discorso). Assumendo che venga applicata correttamente la cifratura, è da preferire un drive cifrato online con zero knowledge da parte di chi ti fornisce il servizio. Vedi link: https://www.lealternative.net/2019/10/29/alternative-a-google-drive/

    2. Privacy: Il modello di business di Big Tech è basato sulla analisi e vendita di dati personali. Se ti forniranno dei servizi cifrati (es Whatsapp) allora inizieranno ad analizzare i tuoi metadati, che non sono ovviamente cifrati. Per la maggiore parte delle persone, questo non è un problema e quindi può non essere una argomentazione, il Fediverso è frequentato da una nicchia di persone per cui invece la privacy è una killer feature.

    3. Accesso ai documenti: questo in teoria andrebbe nel punto 2 però va be:

    Rischio ambientale legato al cambiamento climatico, le alte temperature mettono a rischio i sistemi che mantengono l’energia elettrica Questo punto è un po’ apocalittico ad oggi 2023, ma sarà più concreto man mano che la temperatura media si alza in tutto il pianeta. Tuttavia con la tecnologia, data la grande disponibilità e la cultura dell’usa-e-getta, non riusciamo a ragionare nel medio-lungo termine e diamo per scontato tante cose. Mitigazione: vedi punto successivo

    Impossibile accedere offline: apparte il punto precedente, immagina che un giorno non hai la connessione internet, o non hai la linea. Ti serve per forza accedere ai tuoi documenti personali ma l’app non te lo fa fare. Ovviamente controlla sempre che il Drive che usi consenta l’accesso anche da offline, non so se è il caso di Google.

    Ban dell’account: il rischio è basso, ma se per qualsiasi motivo il tuo account viene bandito, perderai tutti i tuoi dati. Il supporto è notoriamente lento a rispondere e si potrebbe rifiutare di ripristinare l’account. Caso noto: https://www.theguardian.com/technology/2022/aug/22/google-csam-account-blocked

    Se non fai i backup in modo appropriato, potresti perdere i tuoi documenti: questa è una argomentazione a favore del drive. Questo punto può essere mitigato se sei capace a fare un backup e segui le buone pratiche.

    Comodità: Il drive è comodo, l’offline è scomodo.

    In conclusione, se hai tempo o denaro o competenze/alfabetizzazione digitale o una combinazione delle precedenti, una soluzione che sia rispettosa della privacy, “green” e sicura si trova. C’è un articolo delle alternative che consiglio https://www.lealternative.net/2019/10/29/alternative-a-google-drive/

    Se nessuna delle soluzioni proposte nell’articolo soddisfano la tua necessità, allora meglio Google Drive che avere i documenti offline.





  • I problemi che poni sono assolutamente giusti e sono proeccupato anche io, però vanno affrontati e inquadrati in un contesto più generale. Qui stiamo affrontando una questione specifica: i canali istituzionali postano su twitter, il quale non è più accessibile dall’esterno. (e assunzione credo condivisa da tutti, costringere le persone a farsi un account su Twitter non è rispettoso).

    Io ho proposto una soluzione specifica, in un ottica di diversificazione: dato che ogni piattaforma che sia in mano ad una azienda, pubblica, noprofit ha i propri problemi, meglio avere un account su tutte le piattaforme, libere e non, che su poche.

    Riguardo alle istanze, secondo me si potrebbe scegliere l’istanza ufficiale dell’UE https://social.network.europa.eu/about/ oppure una istanza generalista grande come mastodon.social o mastodon.uno La probabilità che queste vengano chiuse è bassa, sono quelle più grandi e hanno parecchie donazioni all’attivo. Se hanno problemi di raggiungibilità si usano gli altri canali ridondanti.