E’ previsto per oggi il voto finale in aula sul nuovo codice della strada voluto da Salvini che limita i poteri ai Sindaci in tema di piste ciclabili, zone pedonali e varchi ZTL. Per contestare la misura sabato scorso si è svolta una giornata di mobilitazione nazionale con presidi in diverse citta promossa da associazioni di ciclisti e vittime della strada.

Un disegno di legge per la sicurezza stradale da una parte inefficace, perché non interviene sulla velocità che è la prima causa degli incidenti più gravi nelle città e anzi limita l’uso degli autovelox; e dall’altra parte dannoso, perché addirittura fa passi indietro sulle norme esistenti per la mobilità sostenibile, limitando le possibilità di realizzazione di ciclabili, ZTL e sosta regolamentata.

Per questo le Associazioni della Piattaforma #Città30subito che riunisce Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign hanno manifestato in tante cittaì sabato scorso.

Le stesse che nei mesi scorsi hanno promosso una proposta di legge, sul modello di un provvedimento analogo già adottato in Spagna, per promuovere la sicurezza stradale nelle città moderando la velocità e rigenerando lo spazio pubblico. La richiesta a Governo e Parlamento, se davvero si vogliono salvare vite umane, è quella di istituire il limite dei 30 km/h nei centri urbani, per città più a misura di persona e di ritirare le modifiche sulla mobilità sostenibile. la Piattaforma sottolinea che il Ddl proposto dal Ministro Salvini va ad attacare e depotenziare la mobilità ciclistica invece di promuoverla per salvare vite.

  • @Moonrise2473@feddit.it
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    fedilink
    13 months ago

    Ci vorrebbero più controlli e non il classico autovelox nascosto sulle extraurbane che manda la multa a casa dopo 5 mesi perché troppo occupati a fare pause caffè in centrale

    Andare a 90 in città è normalizzato e non va bene. Se uno guida una Lamborghini a 100 in città, dovrebbero scattare immediatamente le manette in qualsiasi caso, non solo se ci scappa il morto.

    Facciamo un esempio di due comportamenti equamente pericolosi

    Faccio l’esame della patente, compro una moto, guido a 170 in città. Il rombo si sente da km di distanza, i pedoni ci pensano due volte ad attraversare la strada. Sono bravo a guidare quindi non ammazzo nessuno. Se mi beccano mi fanno una multa di 200 euro per guida pericolosa, casomai mi tolgono qualche punto della patente ma domani posso continuare a sognare di essere un pilota di MotoGP.

    Faccio l’esame per il porto d’armi, compro un kalashnikov, sparo tre caricatori interi in un giardino pubblico. Gli spari si sentono da km di distanza, la gente ci pensa due volte ad entrare nel giardino. Sono bravo a mirare quindi non ammazzo nessuno. Se mi beccano mi mettono in prigione per anni e il porto d’armi mi è revocato a vita.

    Entrambe le situazioni sono equamente pericolose, anzi la moto è più mortale, però l’abbiamo normalizzata. Perché?

    Secondo me prima di abbassare limiti bisognerebbe educare coi manganelli tutti i piloti di formula uno e MotoGP che ci sono a giro, altrimenti si rischia che sia solo un cash grab di comuni che mettono autovelox a limiti trappola.

    Bisogna educare la gente che 50 è il limite di velocità, e non che è la velocità minima o consigliata. Quindi se è un senso unico stretto, si guida a 30 anche se il limite è 50.

    Mi pare ridicolo vedere strade come “via annibal caro” a Firenze avere segnali giganteschi “zona 30” sull’asfalto quando poi è un cul de sac strettissimo pieno di auto in doppia fila e lungo meno di 100 metri. È fisicamente impossibile raggiungere i 30…