Privacy Pride: il 23 settembre nelle città italiane per rivendicare il diritto alla privacy contro il regolamento europeo CHATCONTROL
#Chatcontrol: i bambini come pretesto per aumentare la sorveglianza
Il 28 settembre 2023, i governi degli Stati membri dell’UE avalleranno il regolamento sugli abusi sessuali su minori (più brevemente ChatControl).
Con la nobile scusa di fermare gli abusi sui minori, riusciranno finalmente a intercettare automaticamente e senza mandato giudiziario tutte le chat e le email di tutti i cittadini per individuare (con ampio margine di errore!) materiale pedopornografico, in barba al principio dell’inviolabilità della corrispondenza e all’art. 15 della Costituzione italiana e dell’art. 12 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Noi sappiamo che gli abusi sui minori non si combattono intercettando indiscriminatamente i cittadini, ma intervenendo sul degrado sociale ed economico delle loro famiglie.
Se vogliamo implementare provvedimenti tecnici a favore dei bambini, allora la politica potrebbe concentrarsi piuttosto su come lo Stato promuove oggi la sorveglianza sugli studenti proprio attraverso l’adozione nella scuola pubblica di piattaforme cloud extraeuropee che drenano dati senza alcun reale controllo sovrano italiano ed europeo e senza alcuna possibilità di opporsi seriamente da parte del singolo studente o della singola famiglia.
Siccome l’opinione pubblica italiana è stata tenuta all’oscuro sia su chatcontrol, sia sulla questione delle piattaforme cloud della scuola, cercheremo di informare i cittadini con dei sit-in nelle più importanti città d’Italia:
• Roma, Largo della Torre Argentina (angolo Via S. Nicola de’ Cesarini)
• Milano, Piazza XXIV Maggio
• Torino, Via Garibaldi, angolo piazza Castello
• Genova, Via Vado 41R, COL – Sala Bruno Nanì La Terra, nel quadro dell’evento formativo “Introduzione alla protezione dei dati personali e sicurezza digitale”
• Venezia, Fondamenta delle Zattere (ancora in forse)
È importante che i cittadini chiedano subito ai propri governi e ai propri europarlamentari di fermare l’approvazione di questo regolamento, altrimenti a breve potremmo ritrovarci con un sistema in grado di intercettare tutti i cittadini in cerca di immagini di abusi; e se domani questo sistema venisse esteso per ricercare qualsiasi contenuto che non sia ritenuto consono alle posizioni ideologiche del governo pro tempore?
LA PRIVACY È UN DIRITTO UMANO E LA LOTTA PER LA PRIVACY È LOTTA PER LA DEMOCRAZIA!
Membri del comitato promotore del Privacy Pride: Giacomo Alessandroni (Associazione PeaceLink), Pietro Biase (Open Genova APS), Marco Confalonieri (International PP, Pirati.io), Filippo Della Bianca (Fondatore Devol e Mastodon.uno), Alessandra De Rossi (Univ. di Torino), Fedro Fornara (Membro Etica Digitale), Andrea Guani (Fondatore Le Alternative), Carlo Gubitosa (Fondatore Sociale.network), Enzo Ganci (NoSmartControlRoom Venezia) Andrea Laisa (@amreo) (Membro Etica Digitale), Francesco Macchia (Informapirata, Pirati.io), Enrico Nardelli (Univ. Tor Vergata), Maria Chiara Pievatolo (Univ. di Pisa)
Realtà che hanno aderito al Privacy Pride: Enti e associazioni: Laboratorio Nazionale Informatica e Scuola del Consorzio CINI, Eumans, Open Genova APS, Peacelink, Pirati.io; Collettivi e blog: Devol, Le Alternative, Progetto Winston Smith, Privacy Chronicles, Cittadino Medio, Informapirata; Istanze del fediverso: Mobilizon.it, Peertube.uno, Mastodon.uno, Sociale.network, Pixelfed.uno, Poliverso.org, Feddit.it, Poliversity.it
@AnxiousDuck
Da quel che ho capito nessuno l’ha ancora specificato, però questi due metodi mi sembrano plausibili
Metodo 1: rendere illegali applicazioni con crittografia e2e,
Metodo 2: richiedere che ogni applicazione con crittografia e2e mandi una copia in chiaro di ogni messaggio alla polizia postale prima che venga crittografato
@privacypride
Esattamente: come dice @leviticoh in risposta a @AnxiousDuck in questo momento non si parla (ancora) di creare backdoor alla crittografia.
Il metodo individuato è far sì che ogni client disponga di un sistema che setaccia automaticamente ogni frase, ogni immagine e ogni video, per individuare contenuti che possano far pensare ad abusi su minori.
Ogni frase che faccia pensare alla vendita o all’acquisto di bambini o all’adescamento o a frasi troppo affettuose o alla ricerca/invio/commenti a foto e video di minori; ogni foto che ritragga un minore (o stimato come tale) in un contesto problematico (corpo troppo scoperto, pose tipiche della pedopornografia, etc); ogni video che risponda a schemi noti del mercato pedopornografico; tutto questo verrà
Insomma tutto il sexting tra maggiorenni giovani o quello tra fidanzatini minorenni, tutti i giochi di ruolo sessuali, i video equivocabili e tutto ciò che il sistema IA riconoscerà come problematico in base al suo schema (perché uno schema di intelligenza artificiale può impazzire e riconoscere problematico anche l’atto di compravendita di una barca che si chiama “bimba” o la foto di una banana e una pesca), tutto ciò potrà essere guardato prima dall’addetto di whatsapp, telegram, google e poi da qualche agente della postale…
La rottura della crittografia invece è un proposito che si sta tentando di perseguire nel gruppo dei 5+2 (USA, UK, Canada, Australia, Nuova Zelanda + India e Giappone) e di cui qualcuno inizia a parlare anche in Europa. In questo caso, la motivazione nobile non saranno più i bambini ma il “😱TERRORISMO!😱”… 😎😎😎
Grazie del chiarimento! Certo mi sembra una cosa davvero troppo enorme perché si avveri così in sordina, ogni tanto se ne sentono di questo calibro… Piuttosto se ho capito bene l’applicazione di questo protocollo sarebbe (ancora) su base volontaria: non ho dubbi che Meta e compagnia sarebbero in prima linea, ma nessun servizio di messaggistica/e-mail private e posizionato sul mercato come tale si sognerebbe mai di fare una cosa del genere, sarebbe contro il loro business.
@AnxiousDuck @privacypride una nota: avviene in sordina IN ITALIA, dove tra quotidiani asserviti e giornalisti ignoranti siete messi male, perché in Svezia dove vivo se n’è parlato eccome. Solo nell’ultima settimana ci sono state tre proteste (il 19, il 21 e il 22) e l’ultimo articolo sulla questione pubblicato su Afronbladet risale a pochi giorni fa.
@AnxiousDuck
> Certo mi sembra una cosa davvero troppo enorme perché si avveri così in sordina
Infatti è per questo che noi attivisti digitali, che di solito non scendiamo mai in piazza, abbiamo capito che se non lo avessimo fatto noi, non l’avrebbe mai fatto nessuno! 😐
> Piuttosto se ho capito bene l’applicazione di questo protocollo sarebbe (ancora) su base volontaria
Ora sì e questa è già una deroga alla direttiva e-privacy, ma quella era chatcontrol 1, di cui ovviamente non si è parlato affatto; ma se passa questo provvedimento, i fornitori dei servizi saranno OBBLIGATI
> non ho dubbi che Meta e compagnia sarebbero in prima linea, ma nessun servizio di messaggistica/e-mail private e posizionato sul mercato come tale si sognerebbe mai di fare una cosa del genere, sarebbe contro il loro business.
In realtà è soprattutto Google a sostenere questo provvedimento (e l’ha messo in pratica già con i suoi servizi), ma altre bigtech non sono molto contente e addirittura Apple, che in un primo momento aveva aderito, ha cambiato idea.