Sono iniziati i test clinici su un promettente farmaco realizzato per rimuovere le particelle radioattive dal corpo. Ecco come funziona.
Quando le forze militari russe hanno occupato la centrale nucleare di Zaporižžja in Ucraina più di un anno fa, ognuna delle due parti in conflitto ha accusato l’altra di azioni imprudenti e di sabotaggio che avrebbero potuto danneggiare l’impianto e scatenare un incidente nucleare. Ora, dopo tre decenni di ricerca e sviluppo, alcuni scienziati stanno testando una pillola che potrebbe aiutare a rimuovere le particelle radioattive dal corpo delle vittime che sarebbero esposte a un evento di questo tipo.
La minaccia di una contaminazione nucleare – causata da una guerra o da un incidente presso una centrale nucleare – da sempre incombe sull’immaginario collettivo. Il tristemente famoso evento della fusione del reattore della centrale nucleare di Černobyl′ nel 1986 provocò 28 decessi per avvelenamento acuto da radiazioni, 350.000 sfollati e migliaia di casi di cancro alla tiroide. E anche se il peggiore incidente nucleare degli Stati Uniti (avvenuto presso la centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania) non ha causato una simile impennata nei casi di tumore, la sicurezza delle 53 centrali nucleari presenti negli USA rimane una costante preoccupazione, soprattutto dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre.
Poco dopo quel disastroso evento, il governo degli Stati Uniti si è impegnato a finanziare la ricerca per sviluppare nuove contromisure mediche contro le minacce nucleari, spiega Rebecca Abergel, chimica inorganica con incarichi congiunti presso l’Università della California a Berkeley e il Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL). E ora, Abergel e i suoi collaboratori dell’SRI International, un istituto di ricerca in California, hanno avviato la fase di sperimentazione clinica per un promettente farmaco che è il risultato di quelle attività: HOPO 14-1, che agisce su contaminanti radioattivi come l’uranio e il plutonio.
Gli studi di Fase 1 testeranno la sicurezza di HOPO 14-1 su una piccola popolazione di soggetti umani sani. … continua a leggere
Si, solo che usare il termine fusione nucleare è un po’ fuorviante in questo contesto
d’accordo…probabilmente il giornalista sa di rivolgersi principalmente a persone che non ne sanno veramente nulla e vuole far capire il concetto (anche a costo di perdere la rigorosità/correttezza nell’utilizzo dei termini)